Messico: scoperte 5.000 pitture rupestri in una zona sfuggita al controllo degli spagnoli. Indizi che siano dei primi cacciatori-raccoglitori

Posted by on 24 Maggio 2013

 

Foto di: National Institute of History and Anthropology in Mexico

Giunge oggi la notizia dal Messico che ben 5.000 pitture rupestri sono state scoperte in una catena montuosa nel nord-est del Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti.
Gli archeologi sono stati sorpresi dal ritrovamento soprattutto perché fino ad oggi non era mai stata registrata la presenza di gruppi precedenti alla colonizzazione spagnola così a nord.
Undici i siti interessati. I dipinti presentano prevalentemente i colori rosso, bianco e nero e si presume siano stati  realizzati dai primi cacciatori-raccoglitori. Tra le raffigurazioni, i primi report ci parlano di uomini impegnati in attività come la caccia, la pesca e la raccolta, e animali come cervi, lucertole e millepiedi.
Martha Garcia Sanchez dell’Università Autonoma di Zacatecas ha detto che è una scoperta importante in quanto ora siamo in grado di documentare la presenza di gruppi pre-ispaniche a Burgos, in una regione dove fino a poco fa si sosteneva che non fosse mai stata abitata.”Questi gruppi sono sfuggiti al controllo spagnolo per quasi 200 anni”, ha detto Garcia Sanchez. “SI sono rifugiati nella catena montuosa di San Carlos dove avevano acqua, piante e animali da mangiare. Gli spagnoli non si sono mai spinti in queste montagne né tra le loro valli”.
Una sola grotta pare stupefacente con ben 1.500 dipinti e l’immagine di un atlatl, un’arma ispanica usata per la caccia e inedita nei dipinti della regione Tamaulipas. L’arma è stata sviluppata nel Paleolitico superiore, circa 20.000 anni fa e questo dà un primo indizio per una datazione. Ora si attende che il team possa prelevare campioni di pigmenti per determinare l’ effettiva età attribuibile ai dipinti.