Viaggio nel Perigord #4- I ripari rocciosi

Posted by on 14 Ottobre 2023

Abri du Cap-Blanc, évocation de la sépulture découverte au Cap-Blanc pendant les fouilles.
© Olivier Huard / Centre des monuments nationaux 2023
Reconstitution de la sépulture découverte en 1911, aujourd'hui conservée au Field Museum de Chicago
Abri du Cap-Blanc, évocation de la sépulture découverte au Cap-Blanc pendant les fouilles.
© Olivier Huard / Centre des monuments nationaux 2023
Reconstitution de la sépulture découverte en 1911, aujourd’hui conservée au Field Museum de Chicago.

Sfatato il mito che vivessero nelle grotte, appurato che il clima era rigido (piena Era Glaciale), ci si può chiedere se – a parte villaggi con tende riparate con pelli animali – i nostri predecessori usassero comunque a loro vantaggio le caratteristiche del territorio.
La risposta ci viene fornita dai ripari rocciosi che abbondano nella valle del Vézère inquanto circa 3 milioni di anni fa il mare si ritirò da queste terre (lasciando “solo” il fiume) e facendolo ha eroso uno strato morbido della geologia locale, creando lunghe falesie. Parliamo di impressionanti pareti rocciose che corrono lungo il fiume e che ospitano al loro interno una nicchia aperta, talvolta lunga centinaia di metri, che il Cro Magnon abitò e che anche i nostri avi più recenti, circa dieci secoli fa, tornarono ad abitare per difendersi dalle invasioni vichinghe e norrene.
Abbiamo potuto visitare solo di sfuggita l’Abri du Cro Magnon, famoso per il ritrovamento del primo Sapiens europeo, ma con più calma l’Abri du Cap Blanc (Centre des monuments nationaux – Sites préhistoriques de la vallée de la Vézère – 4 avenue des Grottes – 24620 Les Eyzies – France // Abri du Cap-Blanc – 24620 Marquay – France // Open all year, except on Saturdays and January 1, May 1 and December 25 // https://www.sites-les-eyzies.fr/). Nonostante sia “abri” non è alla luce del sole, ma protetto da una sorta di costruzione oggi anche museo che ne impedisce il deterioramento per motivi atmosferici.

Si tratta di un riparo di circa 13 metri che guarda a nord e che sulla sua parete ospita uno dei più grandi capolavori della scultura monumentale preistorica magdaleniana. Il fregio scolpito, e datato circa 15.000 anni fa, riunisce cavalli, bisonti e cervi, talvolta sovrapposti, altre volte alternati. Proprio ai piedi del cavallo che domina il fregio, è stata ritrovata l’unica sepoltura locale. Le ossa, datate anch’esse al 15,000 BP, sono di una giovane donna di 30 anni, forse di alto rango.
Nel corso della nostra visita, mentre la guida ci faceva notare che una ricerca in PhD di dieci anni fa ha suggerito che il fregio inizialmente rappresentasse bisonti, poi “sostituiti” da cavalli, abbiamo potuto ascoltare un’altra teoria. La trovate descritta nel video.
Come questo rifugio preistorico, classificato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO dal 1979, è possibile visitare in zona l’Abri du Poisson, oltre che il sito di Cro Magnon, l’Abri de la Madeleine o le diverse falesie, come quella – maestosa e ricca di storia medievale – della rocca di Saint Cristophe.