Ricostruito il paesaggio dell’Alto Adige durante l’era glaciale

Posted by on 30 Maggio 2012

Ricostruzione della zona di Merano - immagine tratta dal sito della Provincia di Bolzano

Spesso parliamo dell’importanza del paesaggio nella storia umana: rilievi, evidenze geologiche, landmarks. Alcuni paesaggi non sono per niente nemmeno immaginabili oggi, come quelli dell’era glaciale. Ieri è stato presentato presso il il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige un video documentario prodotto dal Museo e dall’Ufficio Audiovisivi della Ripartizione Cultura tedesca la prima ricostruzione filmica del paesaggio altoatesino nell’era glaciale. “Südtirol unter Eis – Eine Spurensuche” (in italiano, “Alto Adige sotto ghiaccio – Una ricerca delle tracce”) è il film documentario che riporta il paesaggio alto atesino di 25.000 anni fa, al culmine delle ultime glaciazioni, quando l’attuale Alto Adige era coperto da una crosta ghiacciata spessa 2 chilometri.
Il paesaggio altoatesino appariva inospitale, quasi interamente privo di piante ed animali, e caratterizzato da tempeste di neve: un deserto freddo da cui emergevano solo le cime delle montagne più alte. Riprendiamo il comunicato stampa della provincia di Bolzano che dice: “utilizzando spettacolari animazioni ed un linguaggio divulgativo semplice ma preciso, il film racconta la storia del territorio altoatesino durante l’era glaciale, dal suo inizio 2 milioni di anni fa alla sparizione completa, 7.000 anni fa, dei ghiacciai che si erano formati in quel periodo. Grazie alla rielaborazione digitale delle immagini, è stato possibile ricostruire il paesaggio dell’Alto Adige con le valli colme di ghiaccio e neve e quello, di decine di migliaia di anni posteriore, successivo al loro scioglimento, che produsse un’enorme quantità di detriti franosi”.
Nel film si parla anche delle testimonianze dell’era glaciale, i cosiddetti “trovatelli”, blocchi di pietra che giacciono, isolati, nel fondovalle. Il materiale di cui sono composti, diverso da quello del terreno circostante, indica che vennero trascinati dallo scivolamento dei ghiacciai. Altri testimoni delle glaciazioni sono il Lago di Caldaro, le “buche del ghiaccio” ad Appiano, le “piramidi di terra” a Meltina, i Laghi di Spronser nel Gruppo del Tessa, le rocce moreniche nei dintorni di Merano. Siti che, nelle immagini, divengono protagonisti di sopralluoghi geologici a scopo didattico, immortalati anche con suggestive riprese aeree.
A nostro avviso questo tipo di lavori potrebbero dare molto alla ricostruzione archeologica se applicata anche a paesaggi più vicini a noi e inerenti scenari non totalmente scomparsi, basti pensare ai monti e alle isole apparse o scomparse negli ultimi due millenni sulle coste italiane.