Uno scavo in Melanesia potrebbe comprovare abilità di navigazione in mare aperto oltre 3.500 anni fa. Arrivarono fino in Sud America?

Posted by on 29 Marzo 2013

 

Mappa della zona tratta da remax.net

Si sta concludendo una seconda fase di scavo archeologico sulle isole Marianne, in Micronesia che segnaliamo per le sue potenzialità di ricerca. Un team di archeologi australiani ha recuperato prove di insediamento umano (incluse sepolture) nelle Isole Marianne Settentrionali presso il sito di “The House of Targa” sull’isola di Tinian (una delle principali della zona).
Le evidenze raccolte (pali di legno per abitazioni, un focolare da cucina, vasellame e altri manufatti) proverebbero che la più antica traccia umana sull’isola risale a 3.400 anni fa.
Il professor Peter Bellwood, docente di Archeologia presso la Scuola di Archeologia e Antropologia della Australian National University (ANU), ha recentemente rilasciato un’intervista (link) nella quale sostiene l’importanza dello scavo in quanto il sito è stato uno dei primi luoghi colonizzato da popolazioni umane in Micronesia, mentre più a sud – forse contemporaneamente, i Polinesiani prendevano possesso di nuove terre.
Vivevano in palafitte, producevano ottima ceramica rossa di tipo Lapita (comune a quella del trovata nel Pacifico occidentale, a sud dell’equatore e nelle isole a est della Nuova Guinea). Questo scavo, dunque, sarebbe parte di una migrazione che avrebbe poi raggiunto la Nuova Zelanda, l’Isola di Pasqua e infine le Hawaii.
Si sa che il Sapiens arrivò in Australia, Nuova Guinea e sulle Isle Salomone già 40-50.000 anni fa, ma queste popolazioni delle Marianne sarebbero state le prima a giungervi con le loro canoe 3.500 anni fa, dimostrando una certa tecnologia. Non é chiaro se siano passati o meno dalle isole più meridionali (come Palau o Yapp), dove gli scavi per ora hanno dimostrato una presenza stabile solo 200 anni dopo.

Questo scavo in definitiva è il primo sguardo sulla seconda grande migrazione dell’area (dopo quella che raggiunse la Nuova Guinea) e potrebbe consentirci di conoscere qualcosa di più di quei micronesiani, polinesiani e figiani sparsi più a est e che probabilmente – sostiene ammette il prof. Bellwood – potrebbero aver raggiunto le coste del Sud America. Una questione, quest’ultima, che come sapete seguiamo con attenzione ad Arkeomount, e che cercheremo sempre di approfondire.