Un petroglifo comprova che l’uomo era in Brasile 12.000 anni fa. La più antica incisione delle Americhe.

Posted by on 10 Gennaio 2013

 

"The little horny man" - CREDIT: photo collection of Laboratory for Human Evolutionary Studies - University of São Paulo livescience.com

"Luzia"- immagine da livescience.com

Continuiamo a tenere monitorata la situazione delle scoperte nel campo archeologico in Sudamerica dopo il progetto Ande2011 di Arkeomount. Una datazione del 2012 ha confermato come il petroglifo ritrovato nel 2009 in una grotta a Lapa do Santo, nel Brasile Centro Orientale, risalga ad un periodo compreso tra i 9.000 e i 12.000 anni fa.
Il petroglifo si trova su una riparo roccioso in arenaria vicino a Lagoa Santa Karst e ritrae una figura umana con un fallo gigante, pertanto riferibile ad un contesto di fecondità. L’incisione è stata trovata a quattro metri di profondità in uno strato che gli archeologi hanno scavato nel 2009. La datazione é stata resa possibile grazie agli sforzi dei professori Walter A. Neves, Astolfo G. M. Araujo, Danilo V. Bernardo, Renato Kipnis e James K. Feathers dell’Università di San Paolo.
Che ha usato sia la tecnica radiocarbonica (usata su particelle organiche trovate a diretto contatto con il petroglifo) sia con la tecnica della termo-luminiscenza o OSL (Optically stimulated luminescence),  solitamente usata per le ceramiche ma applicabile anche a strati di roccia rimasti al buio per lungo tempo. La prima suggerisce un età minima di 9.370 anni calibrata a 10.700 anni, mentre la seconda riporta un periodo compreso tra gli 11.700 (± 800) e i 9.900 (± 700) anni.

La datazione del petroglifo di Lapa do Santo porta una nuova evidenza a sostegno di teorie alternative o parallele a quella di Clovis (che vuole i primi e unici americani essere Paleo-indiani  che avrebbero raggiunto l’America dopo aver passato lo stretto di Bering in una ondata recente) in quanto indica una certa variabilità culturale nel periodo Olocene/Pleistocene in Sud America: non solo reperti materiali ma anche una dimensione simbolica che ci parla da 11.000 anni.

Nel 1975 nella vicina Lapa Vermelha è stata portato alla luce lo scheletro di una paleo-indiana nominata “Luzia”, che appartiene ad una serie di 81 teschi ritrovati nella regione e studiati nel 2005 da Mark Hubbe dell’Università di San Paolo. Non solo Luzia è di circa 11.000 anni fa, ovvero ben 3.000 anni prima della presunta discesa dei Paleo Indiani Siberiani, ma le caratteristiche antropologiche di questi teschi le differenziano al punto da far pensare gli scienziati che provengano dalla Melanesia e/o dall’Australia. Avrebbero risalito le sponde pacifiche asiatiche per poi ridiscenderle dal lato americano, prima dei Clovis.