Gli Assiri attraversavano l’Eufrate da sommozzatori?

Posted by on 24 Dicembre 2012

Camminando nell’area dedicata agli antichi Assiri al British Museum ci si imbatte in un rilievo molto interessante per i ricercatori contemporanei. Come mostra l’immagine allegata al post  (abbiamo preferito inserire questa immagine trovata online sul sito mylifemagazine.com ) sono ritratti due guerrieri assiri impegnati a nuotare, presumibilmente nel fiume Eufrate, con uno strano “strumento”. L’interpretazione che va per la maggiore sostiene che si tratti di sacche di pelle animale con un tubo, in legno o canna, al quale le bocche dei nuotatori si approcciano. Negli anni molte le proposte per il riconoscimento di questi “aggeggi”, tra le quali la possibilità che si tratti di antesignani di autorespiratori, ovvero strumenti per operazioni subacquee in grado di non rilasciare bolle di ossigeno in superficie. I si troverebbe dunque davanti ai primi sommozzatori 007 della storia!
Tuttavia, alcune ricerche di archeologia sperimentale ci danno una nuova ipotesi, altrettanto suggestiva. I rilievi, risalenti circa al 1000 a.C., riprenderebbero guerrieri con armatura e armi pesanti (diciamo almeno un’arma pesante a testa) che nuotano a livello dell’acqua per raggiungere la sponda opposta del grande fiume nonostante il loro peso. Gli strumenti sarebbero sacche ottenute da una sola pelle intera di animale il cui “respiratore” in legno o canna era legato alla pelle stessa grazie a un composto di miele e cera d’api, in grado di rispondere ai requisiti di impermeabilizzazione necessari. La bocchetta di respirazione serve dunque a mantenere l’equilibrio durante la traversata e a gonfiare il galleggiante che, posto sotto la pancia, consente appunto di nuotare nonostante si indossassero armature pesanti.
Le ricerche sperimentali cui accennavamo hanno provato a mettere in pratica la sacca assira grazie a sommozzatori militari inglesi. La sacca di pelle non garantisce il ricambio di aria necessario e di fatto non è possibile immergersi con essa, perché si riempie di aria e galleggia. Appunto, galleggia! Ecco dunque la sua destinazione d’uso.
Sul tema delle tecniche di immersione nei tempi passati segnaliamo un breve saggio di Rob Hoole a questo indirizzo web. Il British Museum, invece, è semplicemente strapiena di piccole e grandi indicazioni archeologiche e antropologiche!